Le donne nella Formula 1: campionesse di ieri e di domani
Fino a poco tempo fa, la presenza delle donne nella Formula 1 era rara e con mansioni secondarie. Le donne, seppur in numero ridotto, erano presenti all’interno delle varie scuderie, ma non era comune vedere delle donne pilota in gara, tranne in rare occasioni. Questo accadeva perché erano considerate svantaggiate dal punto di vista fisico.
Tuttavia questa convinzione è cambiata, grazie anche all’impegno di molte attiviste che hanno dimostrato che, in uno sport come questo, non è necessario possedere un “super potere” di genere. Basta avere la giusta preparazione ed una forte determinazione.
Oggi è cosa ovvia che le donne possono competere senza problemi, sia in una competizione esclusivamente femminile che in una mista. Il problema è creare e promuovere degli eventi in cui possano partecipare.
Fortunatamente, a differenza di quanto accaduto in passato, la presenza delle donne in Formula 1 non è più messa in discussione e molto presto avranno delle competenze che permetteranno la loro partecipazione ad eventi importanti.
Perché non ci sono donne in Formula 1?
Se analizzassimo la percentuale di donne presenti nella Formula 1, ci accorgeremmo che è veramente bassa. Al contrario, nelle categorie “inferiori”, sono riuscite a farsi strada, soprattutto nei kart.
Domande come: “Perché le donne non arrivano nelle categorie superiori?” o “Quando abbandonano le competizioni?”, sono molto comuni. Alcuni piloti sono convinti che questo sia dovuto al fatto che, nelle categorie intermedie, non c’è la sterzata assistita. Quindi, girare il volante presenterebbe grandi difficoltà perché richiederebbe una forza considerevole.
Sicuramente, non si tratta solo di questo. La verità è che il denaro gioca ruolo fondamentale, soprattutto per quanto riguarda le sponsorizzazioni e la promozione dei piloti.
Le 10 grandi donne nella Formula 1 del passato
Finora, solo dieci donne sono riuscite ad entrare nell’impegnativo e impenetrabile mondo della Formula 1. E di queste dieci, solo cinque hanno partecipato ad una gara. Le restanti hanno svolto il ruolo di pilote collaudatrici.
La pioniera è stata l’italiana Maria Teresa de Filippis. Nelle stagioni 1958 e 1959 ha partecipato a cinque gare e in tre di esse è riuscita a qualificarsi per la corsa vera e propria.
Dopo, negli anni settanta, è arrivata Lella Lombardi. È stata la donna che ha partecipato a più gare nella storia della Formula 1, gareggiando per ben diciassette volte. È stata anche l’unica ad arrivare a punti.
In seguito altre donne si sono cimentate in pista, ricordiamo Divina Galicia, Desiré Wilson e Giovanna Amati, ma nessuna di loro è riuscita a qualificarsi per le gare.
Altre donne hanno impresso il loro nome nella storia dei motori, come ad esempio, Maria de Villota. La pilota spagnola è stata senza dubbio una delle grandi promesse femminili, ma sfortunatamente ha avuto un incidente mortale mentre era faceva un collaudo per la Marussia Motors.
Le future promesse
Le donne hanno più difficoltà a farsi spazio nella Formula 1. Nonostante questo, ci sono ancora delle pilote disposte a combattere per il loro sogno di essere delle campionesse nella massima serie.
Chissà, se uno (o più) dei seguenti talenti sarà una pilota titolare di una scuderia di Formula 1:
- Tatiana Calderón: la 24enne pilota colombiana è attualmente una collaudatrice della squadra Sauber. Con una lunga carriera in GP3 e in Formula 3 (tra le altre categorie), sta ancora lottando per ottenere un posto.
- Simona de Silvestro: questa pilota svizzera ha disputato 69 gare nella IndyCar, ottenendo come miglior risultato un secondo posto. Il suo sogno è di arrivare in Formula 1, dove ha già fatto un test con il team Sauber.
- Marta Gracia: all’inizio del 2017 questa pilota era considerata una grande promessa e faceva parte del programma dei giovani talenti della Renault. Nove mesi dopo, il marchio francese decise di non continuare il programma. Il futuro di Marta García è ancora incerto.
Un campionato femminile?
Prima di ritirarsi dal mondo delle corse, Bernie Ecclestone fu uno dei principali sostenitori di una maggiore presenza femminile nella Formula 1. Aveva proposto la creazione di un campionato femminile composto da sei gare. Il premio per la vincitrice sarebbe stato un test con una Formula 1.
Una delle proposte prese in considerazione per porre fine alle disuguaglianze in questo sport fu quella di creare un campionato parallelo alla Formula 1 destinato solamente alle donne. La proposta non fu accettata da tutti perché venne considerata un ulteriore tentativo di dividere i due sessi.
Nonostante questo, in molti ritengono che un campionato femminile potrebbe essere un primo passo per aiutare le pilote ad entrare nelle grandi competizioni della Formula 1. In questo senso, ci sono molte aspettative per le nuove W-series.
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