Come allenare una squadra di calcio giovanile
Per allenare una squadra di calcio giovanile, è importante attuare una strategia di allenamento in base allo stadio di sviluppo in cui si trovano i ragazzi. In questo modo, il potenziale individuale e di gruppo può essere sfruttato appieno. Vediamo insieme come allenare una squadra di calcio giovanile.
È importante enfatizzare il processo di apprendimento, usando le procedure per l’acquisizione delle regole del calcio. Questi fondamenti vanno di pari passo con lo sviluppo cognitivo, emotivo e motorio dei bambini.
La risoluzione positiva dei conflitti, sia individualmente che in gruppo, deve essere la colonna portante dell’allenamento. Inoltre, bisogna insegnare ai ragazzi i valori e le norme di comportamento adeguati. Ogni allenamento deve essere incentrato sulla serietà, la gioia e la motivazione didattica, necessarie per creare un ambiente in cui godere dello sport è la priorità. Ecco come allenare una squadra di calcio giovanile.
Metodologia
Per allenare una squadra di calcio giovanile innanzitutto bisogna utilizzare il numero adeguato di elementi e infrastrutture. Inoltre, gli esercizi con la palla devono essere in grado di catturare la massima attenzione dei ragazzi.
In seguito, bisognerà lavorare sulle abilità individuali come passaggi, controllo, tiri o sprint, insieme ad altre tecniche come posizionamento e staffetta.
Sarà necessario valutare costantemente il gruppo e le abilità individuali. Alcune delle condizioni da valutare sono: le posizioni dei giocatori, il funzionamento del gruppo, le funzioni esecutive ed il livello di attenzione, tra gli altri.
Fasi dell’allenamento di una squadra di calcio giovanile
Possiamo differenziare i seguenti tipi di allenamento nel calcio per bambini, in base all’intensità e alla specificità del lavoro:
- Riscaldamento: consiste in giochi dinamici che sfruttano l’attenzione e le entrate al ritmo necessario per l’allenamento. Le istruzioni devono essere date in base alla velocità di reazione e l’integrazione di più elementi contemporaneamente. Questa fase termina con lo stretching e dura dai 10 ai 15 minuti.
- Iniziazione: realizzare brevi esercizi in coppia o in gruppo che attivano i gesti motori necessari per la partita. Si possono realizzare anche in spazi piccoli e durano i tra 10 e i 20 minuti.
- Fase media: serie di esercizi tra 5 e 8 minuti in spazi ridotti e con complessità crescente. Dura 20-25 minuti in totale.
- Fase alta: esercitazioni in spazi più ampi, al fine di capire le tattiche ed i movimenti secondo la strategia proposta dagli allenatori. In questa fase si cerca di rafforzare le abilità di ciascuna posizione, dall’uscita del portiere al goal. Dura da 20 a 30 minuti.
- Fase finale: vengono insegnati esercizi di distensione i tiri liberi. Dura 5 minuti e termina con lo stretching.
Formazione specializzata
Ogni bambino ha bisogno di un approccio speciale, a seconda della posizione in cui gioca di solito. In base a questa posizione, verranno valutate le abilità da perfezionare.
L’idea è che uno o due bambini siano selezionati in ciascuna pratica per eseguire un esercizio specifico separatamente. L’approccio individuale rafforza la fiducia e fa sentire speciale ogni bambino.
Lo sviluppo
All’età di 6-8 anni, i bambini hanno un potenziale abbastanza uniforme – con poche eccezioni. Lo sviluppo di tale potenziale può essere misurato sottraendo ciò che interferisce sul lavoro di apprendimento svolto.
Ecco perché gli esercizi devono essere dinamici, non molto estesi e progressivi, ma devono anche attirare al massimo l’attenzione dei bambini. Il fatto che i bambini comprendano il gioco non significa che tutti abbiano le capacità motorie sufficientemente sviluppate per eseguire i gesti motori richiesti dallo sport.
Viene quindi proposto un allenamento progressivo, in cui il carico di lavoro viene distribuito in modo tale che il bambino impari prima a eseguire correttamente i movimenti. Questo gli darà una maggiore sicurezza quando li eseguirà durante le partite.
Gli esercizi progressivi
Ad esempio, uno di questi esercizi può consistere nell’insegnare come eseguire un salto, come posizionare il corpo e colpire la palla con la testa. Ciò consentirà al bambino di rafforzare la corretta esecuzione fisica dei movimenti con maggiore sicurezza e maggiore precisione.
Una volta completata questa fase preliminare, si prosegue con l’esecuzione dei movimenti con il pallone da calcio. Pertanto, le condizioni saranno adattate in modo tale che, man mano che l’addestramento va avanti, siano più simili alla partita reale.
Come gestire le emozioni nel calcio giovanile?
L’aspetto emotivo è fondamentale. Non bisogna mai dimenticare che il modo in cui gli allenatori affrontano la vittoria o la sconfitta è un esempio per i bambini. Va tenuto presente che il motore del calcio è la gioia e l’emozione che questo sport provoca in un bambino, non la competizione in sé.
In un gruppo vengono percepite sia la frustrazione per la sconfitta che la felicità per la vittoria. Le dinamiche del calcio devono essere utilizzate come metafora per insegnare ad affrontare gli ostacoli che si incontreranno durante la vita.
Ogni bambino dovrebbe sentirsi a proprio agio con il proprio ruolo. Infine, sia la pazienza che il rinforzo positivo saranno aspetti fondamentali durante l’allenamento.
Il calcio giovanile come strumento sociale
Per allenare una squadra di calcio giovanile, bisogna intendere il calcio come un dispositivo che promuove le abilità degli atleti. In questo senso, vale la pena insegnare delle regole che promuovono il senso di appartenenza e il rispetto degli altri. Pertanto, affinché le dinamiche di gruppo funzionino correttamente, devono essere promosse le seguenti regole di condotta:
- Puntualità.
- Impegno.
- Senso del lavoro.
- Spirito di gruppo.
- Rispetto nei confronti dell’avversario.
- Cura della divisa e delle infrastrutture.
- Condivisione dei valori.
Come gestire le situazioni tra bambini e genitori?
È necessario richiedere un incontro con i genitori durante le prime settimane al fine di comunicare il modo di lavorare, procedere e risolvere i conflitti da parte degli allenatori. Ci si aspetta inoltre che gli adulti partecipino al processo di formazione, per accompagnare e godere della buona atmosfera creata da tutti.
Inoltre, il bullismo non deve essere un tabù e l’umiliazione non deve essere mai tollerata come modo di relazionarsi. È necessario dialogare con i ragazzi il più possibile per far sì che utilizzino la loro influenza sul resto del gruppo in modo positivo e inclusivo. A loro volta, bisognerà fare in modo che i bambini con una certa predisposizione ad essere vittime siano allontanati da quel ruolo.
Allenare una squadra di calcio giovanile non è di certo un compito facile. Infatti, lavorare con i bambini implica essere parte attiva nel loro sviluppo, impegnandosi giorno per giorno per migliorare le loro capacità.
Questo lavoro richiede una grande preparazione. In molte occasioni, è necessario persino dimenticare le tattiche e le tecniche e dare la priorità all’aspetto emotivo.
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