I benefici per il cuore degli sport ad alta quota
È un dato di fatto che gli sport ad alta quota stanno diventando sempre più popolari. Non si tratta più di attività riservate ad un gruppo ristretto di esperti che si cimentano in prove fisiche difficili in condizioni atmosferiche estreme.
Potremmo dire che gli sport di montagna oggi sono appannaggio di un vasto pubblico, non importa l’età e le condizioni fisiche. Tanto che le attività ad alta quota tra cui scegliere si sono diversificate in modo tale da offrire un’ampia scelta agli utenti.
A cosa è dovuto tutto questo successo? Sicuramente anche ai paesaggi e ai panorami mozzafiato. Infatti, per molti che non amano correre in città e in pianura, la possibilità di ritrovarsi su colline e montagne ricche di verde è un incentivo.
L’aumento della richiesta per gli sport ad alta quota ha sollevato numerosi interrogativi. Possono praticarli tutti, anche chi soffre di malattie croniche? Un malato di cuore può correre in montagna? Esaminiamo in dettaglio i benefici cardiaci degli sport ad alta quota.
Sport ad alta quota e globuli rossi
Quando ci alleniamo ad alta quota, chiediamo un po’ di più al nostro corpo. Per prima cosa noteremo un calo nella concentrazione di ossigeno. Più siamo in alto rispetto al livello del mare, minore è la disponibilità di ossigeno per il sistema respiratorio.
Il primo allenamento ad alta quota può essere molto faticoso, soprattutto se si tratta di una persona che non si è mai allenata al di sopra del livello del mare, o che non lo fa con frequenza.
Tuttavia, se l’allenamento ad alta quota diventa costante, il corpo si adatta. Una delle sue prime reazioni per compensare la mancanza di ossigeno sarà produrre più globuli rossi. Chi si allena regolarmente ad alta quota può avere fino al 20% in più di globuli rossi rispetto a una persona normale.Gli sport ad alta quota rendono più efficiente anche una proteina chiamata mioglobina. La mioglobina si trova all’interno dei muscoli e serve a trasportare l’ossigeno tra i miociti, che sono cellule muscolari.
Tutti questi cambiamenti hanno un impatto sul metabolismo dell’esercizio. L’atleta muove i suoi primi passi ad alta quota con un metabolismo aerobico, cioè consumando molto ossigeno per far lavorare i muscoli.
Con il passare del tempo e all’aumentare dell’eritropoietina (EPO), aumentano anche i globuli rossi aumentano e il metabolismo diventa anaerobico. Il muscolo diventa più efficiente, consuma meno ossigeno e conserva delle riserve di ossigeno da cui attingere se necessario.
Gli sport ad alta quota per chi soffre di cuore
Il cuore di una persona sana chiaramente beneficia dell’allenamento ad alta quota. Questo perché l’ossigeno viene usato in modo più efficiente e aumenta la resistenza. Allo stesso tempo, il metabolismo passa da aerobico ad anaerobico.
Anche per chi soffre di cardiopatia lieve ci sono dei vantaggi. Ma ad una condizione: deve trattarsi di un cardiopatico che mantiene una normale frazione di eiezione. In altre parole, la quantità di sangue rilasciata dal ventricolo sinistro durante la circolazione deve trovarsi entro limiti normali.
Se vengono soddisfatti i requisiti di sicurezza, un cardiopatico può allenarsi ad altitudini fino a 2.500 metri sul livello del mare. Questa dipenderà anche dalla sua tolleranza all’esercizio. Comunque, tra i 1.000 e i 2.000 metri sul livello del mare, i benefici per chi ha avuto un infarto sono evidenti.
Chi soffre di cuore può fare uno sport ad alta quota, purché mantenga la giusta frazione di eiezione e venga monitorato dal cardiologo. Certo, non raggiungerà i livelli di un atleta professionista, ma ne gioverà la sua capacità di ossigenazione, con evidenti benefici per la salute.
Quali sono i rischi?
Sottolineiamo ancora una volta che stiamo parlando di benefici per i pazienti che soddisfano determinate condizioni di sicurezza. Ad esempio, una normale frazione di eiezione e una provata tolleranza all’esercizio fisico.
Ad esempio è rischioso allenarsi ad alta quota per chi soffre di insufficienza cardiaca, perché l’aumento dei globuli rossi non è sufficiente, a causa di un deficit della circolazione. È rischioso anche se la patologia del cuore è associata a problemi di ipercoagulazione, poiché all’aumentare del numero di globuli rossi, aumenta il rischio di ispessimento del sangue.Il mal di montagna è un altro fattore da considerare. Tutti ne soffrono a più di 3.000 metri sul livello del mare, ma alcuni possono soffrirne anche intorno ai 2.500 metri. È consigliabile che chi soffre di cuore non prosegua oltre non appena nota i primi sintomi.
La temperatura è un’altra questione chiave. In montagna fa più freddo, il vento è gelido e il freddo produce vasocostrizione. Il clima non è una controindicazione, ma si consiglia di usare l’abbigliamento e l’attrezzatura adatti e di usare maggiori precauzioni.
Conclusioni
Gli sport ad alta quota sono un’opzione interessante per i cardiopatici, perché possono migliorare la qualità della loro vita e allo stesso tempo fare qualcosa che li appassiona.
Questi atleti dovrebbero sempre lasciarsi consigliare da un professionista che registri le condizioni cliniche generali. Se vengono soddisfatti i requisiti minimi, non dovrebbero esserci rischi o inconvenienti.
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