La motivazione sportiva negli atleti professionisti
Vi siete mai chiesti come fanno gli atleti professionisti ad affrontare l’arduo allenamento e gli esiti non sempre positivi? In questo articolo, parliamo della motivazione sportiva negli atleti professionisti e vi raccontiamo le storie commoventi di alcuni fra i più campioni al mondo, persone che sono da esempio per chiunque ami lo sport.
Esempi di motivazione sportiva negli atleti professionisti
Le sfide che devono affrontare gli atleti professionisti, sia a livello fisico che psicologico sono spesso impensabili. Alzarsi molto presto, allenarsi tutto il giorno, seguire una dieta equilibrata, gareggiare in diversi eventi sportivi, subire lesioni terribili, sopportare il dolore, subire perdite e persino resistere alla pressione della stampa o dei fan… La vita di un atleta professionista può essere molto dura.
La maggior parte di loro ha scelto questa vita, tuttavia nessuno può dire che sia facile. Spesso ci siamo chiesti come possano sopportare tutto questo peso! Per cercare di capire, la motivazione negli atleti professionisti è diventata un’area di studio della psicologia sportiva e, ovviamente, degli allenatori.
Vi raccontiamo alcune storie di atleti professionisti che hanno affrontato enormi sfide e sono rimasti motivati a continuare la loro carriera:
1. Michael Jordan
Il re del basket sa bene cosa sia la motivazione per andare avanti. Pensate che quando era al liceo, non ha superato i test di qualificazione…perché era troppo basso! Tuttavia, invece di abbandonare il suo sogno, Jordan ha continuato ad allenarsi in altri sport fino a quando non è cresciuto abbastanza per essere accettato nelle squadre.
Una volta divenuto giocatore professionista della NBA e dopo aver vinto diversi titoli con i Chicago Bulls, Jordan ha dovuto affrontare una nuova sfida: l’omicidio di suo padre. Questo evento drammatico, unito al fatto che “non gli piaceva più giocare come una volta” lo portò a prendere la decisione di ritirarsi dal basket e “tentare la fortuna” nel baseball.
Poco dopo, però, sarebbe tornato ad indossare la mitica maglia con il numero 23 e avrebbe battuto persino i suoi stessi record. Davvero un esempio di come si affrontano le difficoltà e di come si possono riconoscere gli errori e tornare sui propri passi.
2. Muhammad Alì
Il più grande pugile di tutti i tempi ha diversi insegnamenti da trasmettere a noi semplici mortali. Muhammad Ali è stato e continua a essere fonte di ispirazione per centinaia di atleti, sia nel suo sport che in altre discipline.
Il suo primo combattimento avvenne fuori dal ring, quando all’età di 12 anni gli rubarono la bicicletta. Si presentò in palestra per imparare a combattere ed impedire così a chiunque di portargli via qualcosa. Cassius Clay è senza dubbio un grande esempio di impegno, autodisciplina e motivazione sportiva.
Citando le parole del migliore pugile della storia: “Chi non ha il coraggio di rischiare non realizzerà nulla nella vita”. Un’eccellente frase motivazionale che può essere usata in qualsiasi situazione.
3. Michael Phelps, un esempio di forte motivazione sportiva
Il nuotatore americano vincitore di 8 medaglie d’oro in una sola Olimpiade e con 19 presenze in tutte le sue presentazioni ai Giochi, è anche un altro esempio di motivazione sportiva negli atleti professionisti, ma soprattutto di miglioramento personale.
Da bambino, a Phelps è stata diagnosticata l’ADHD, un disturbo comportamentale che si manifesta con irrequietezza, impulsività e scarsa attenzione. Michael ha approfittato di questa sua capacità per concentrarsi al massimo sulla sua più grande passione, il nuoto, e incanalando tutte le sue energie nello sport.
Lo “squalo di Baltimora” ha dimostrato che la disciplina e la perseveranza sono tutto per vincere ed essere i migliori. I suo segreto è quello di capire l’avversario prima della competizione per aggiudicarsi il primo premio. La sua massima è: “Nessuno può mettere dei limiti a ciò che faccio, farò ciò che voglio e ogni volta che voglio. Se voglio qualcosa, andrò a prenderla. ”
4. All Blacks
Chi non conosce il famoso “haka” che recita la squadra di rugby della Nuova Zelanda prima di ogni partita? Questa danza rituale o grido di guerra tratto dalla cultura Maori, è senza dubbio un grande esempio di motivazione sportiva negli atleti professionisti.
Lo scopo di questo rito era dimostrare orgoglio, forza, unità e ferocia … e quindi si adatta perfettamente agli All Blacks. L'”haka” o “pango” è un urlo di sfida rivolto agli avversari. Chiunque ha avuto l’opportunità di vederlo dal vivo in uno stadio afferma che questa energia si sente a fior di pelle.I giocatori della squadra di rugby neozelandese spiegano che questo rito è un modo per non aspettare che il tuo avversario faccia il tuo lavoro. Chiunque nella vita abbia disciplina e dimostri impegno può diventare il migliore in quello che fa.
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- Legends profile: Michael Jordan – https://www.nba.com/history/legends/profiles/michael-jordan
- Celebridades en primer plano: Cómo tener TDAH ayudó a Michael Phelps a hacer historia en las olimpiadas. Understood.org. https://www.understood.org/es-mx/learning-attention-issues/personal-stories/famous-people/celebrity-spotlight-how-michael-phelps-adhd-helped-him-make-olympic-history
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