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Le principali lesioni sportive al tendine d'Achille

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Il tendine d'Achille è una parte anatomica fondamentale per il movimento del piede e, quindi, per praticare vari sport.
Le principali lesioni sportive al tendine d'Achille
Ultimo aggiornamento: 17 novembre, 2020

Il tendine d’Achille è particolarmente noto perché prende il nome dal mitico eroe della mitologia greca e dalla sua forza. Infatti, la capacità di movimento e spostamento degli arti inferiori dipendono in larga misura dal corretto funzionamento di questo muscolo situato tra la parte posteriore della gamba e la caviglia.

Chi pratica sport come la corsa teme sempre dei possibili infortuni a questa struttura, poiché il recupero è molto lento. Una pausa, ad esempio, causata una lesione al tendine d’Achille in un calciatore, rischia di lasciarlo in panchina per mesi.

Quando parliamo di tendini ci riferiamo alle parti del sistema osteomioarticolare che collegano le ossa con i muscolo. Nel caso del tendine d’Achille, la connessione avviene tra i muscoli gastrocnemio e soleo e l’osso calcagno. Dall’esterno può essere sentito come una spessa corda che corre lungo la parte posteriore del tallone.

Questa struttura anatomica può infiammarsi, consumarsi, subire gli effetti di un’infiammazione circostante o rompersi. Come vedremo, alcune di queste lesioni sono più lievi, mentre altre comportano un intervento chirurgico.

Principali cause delle lesioni al tendine d’Achille

Una particolarità degli infortuni sportivi al tendine d’Achille è che possono apparire a causa di uno sforzo eccessivo o della mancanza di allenamento. In altre parole, sia un atleta professionista che un dilettante che pratica sport occasionalmente potrebbero soffrire della stessa patologia.

Quando il tendine d’Achille viene sovraccaricato da un uso eccessivo, rischia di infiammarsi e rompersi. Allo stesso modo, se qualcuno non esegue mai uno sport faticoso e, mentre lo pratica, esagera sforzandosi al di sopra delle proprie capacità, potrebbe ferire il tendine perché non è abituato a quel particolare movimento.

Anche un trauma che proviene dall’esterno può causare una lesione. Un calcio da dietro, un colpo che destabilizza e costringe il piede ad abbassarsi troppo, o inciampare su un ostacolo che trattiene l’arto inferiore sono motivi sufficienti per lesionare il tendine d’Achille.

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La questione dell’invecchiamento è relativa, ma è chiaro che, a partire dai 30 anni, i tendini cominciano a consumarsi. Lo dimostra uno studio del 2007 ad opera dell’Acta Ortopédica Mexicana. Diventano rigidi e più suscettibili, il che richiede estrema cautela, soprattutto indossando delle calzature adeguate.

Le lesioni del tendine d’Achille più comuni

Vediamo quali infortuni può subire il tendine d’Achille durante la pratica sportiva. Al di là della rottura, che per ovvi motivi catalizza tutta l’attenzione, ci sono anche altre situazioni complicate e meno note da considerare.

Tendinite

Una tendinite è l’infiammazione del tendine. In questo caso, consiste nell’accumulo di liquido nel tendine di Achille. Di solito ne soffre la parte del tessuto più vicina all’osso del tallone.

La tendinite fa male e impedisce di muoversi correttamente: appoggiare il piede diventa complicato e, quando lo si tocca, il dolore è molto intenso. Può manifestarsi progressivamente, il che implica che probabilmente l’atleta, ignaro del problema, continui ad allenarsi all’inizio, peggiorando il quadro clinico.

Il trattamento si basa principalmente sull’immobilizzazione dell’arto. A seconda della gravità delle lesione, all’inizio si possono applicare anche degli impacchi a freddo sull’area e assumere un antinfiammatorio. Il recupero richiede una terapia fisica manuale, a volte accompagnata da ultrasuoni.

Tendinopatia non inserzionale

Sebbene non sia una tendinite in senso stretto, la tendinopatia non inserzionale del tallone si comporta in modo simile. Si manifesta con dolore, gonfiore e suscettibilità al tocco; anche i movimenti sono limitati. Per fortuna, sembra regredire spontaneamente durante il riposo.

Il problema è che il dolore appare a intervalli: per un atleta è molto fastidioso e lo costringe a cambiare routine per adattare o limitare i tempi di allenamento. Poiché non risponde bene agli antinfiammatori e non è possibile intervenire chirurgicamente, il medico di solito prescrive al paziente delle sostanze che rinforzano il tessuto tendineo, come l’acido ialuronico o gli acidi grassi essenziali.

Rottura del tendine d’Achille

Quello che tutti temono è una lesione da rottura del tendine d’Achille. Consiste nella distruzione di alcune sezioni tendinee a causa di uno stiramento che supera la capacità di allungamento del tessuto.

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Se lo strappo è piccolo, è possibile evitare un intervento chirurgico, ma non è sempre così. In generale, il processo di recupero richiede un intervento per riattaccare artificialmente il tendine. Inoltre, l’intervento chirurgico può richiedere più di una settimana per ottenere risultati adeguati.

Il recupero è lento e comporta riposo e terapia fisica, come spiegato in dettaglio in una pubblicazione del Mexican Journal of Physical Medicine and Rehabilitation. Il tendine d’Achille è grande e richiede tempo per riformarsi e guarire.

Il tendine d’Achille nel mondo dello sport

Le lesioni al tendine d’Achille nello sport sono molto gravi. Nella pratica professionale, rappresentano una preoccupazione costante, a causa dei tempi lunghi di inattività e di recupero, che tra l’altro non è completamente assicurato.

Fortunatamente, le tecniche chirurgiche sono avanzate e anche il trattamento fisioterapico. Il tasso di successo è più alto oggi rispetto a decenni fa. Allo stesso modo, sono stati fatti progressi nella conoscenza della medicina dello sport in modo che il recupero all’esercizio fisico sia graduale.


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