Logo image
Logo image

La terapia miofasciale: cos'è e quali benefici offre

3 minuti
La terapia miofasciale è un tipo di fisioterapia che mira a ridurre il dolore e a ritrovare la mobilità della fascia, un tessuto importantissimo del nostro corpo.
La terapia miofasciale: cos'è e quali benefici offre
Ultimo aggiornamento: 29 agosto, 2020

L’obiettivo della terapia miofasciale è eliminare il dolore e le limitazioni dei movimenti causati da una lesione alla fascia. Si tratta di una tecnica applicata frequentemente in fisioterapia, con risultati immediati. Ne parliamo in questo articolo.

Cos’è esattamente la fascia?

La prima cosa da fare è chiarire questo concetto. La fascia è una struttura di tessuto connettivo che circonda molte strutture del corpo. Previene lo sfregamento tra ossa, articolazioni e muscoli e favorisce la mobilità e la trasmissione della forza.

Trattandosi di una rete, qualsiasi interruzione, impedimento o rottura alla fascia provocherà una serie di sintomi che non devono necessariamente essere correlati all’area in cui si è verificata la lesione.

È importante notare che la fascia si adatta gradualmente anche a stimoli e trazioni. In poche parole si trasforma per adattarsi ai cambiamenti nel corpo, quindi se c’è un infortunio, è possibile realizzare una terapia che consenta ditornare alla normalità.

La terapia miofasciale: in cosa consiste

L’obiettivo della terapia miofasciale è quello di ristabilire la normalità di questo tessuto. Questa terapia cerca di eliminare le restrizioni che possono essere causate da traumi, stiramenti o lesioni, ma anche di attutire gli effetti psicologici, come i disturbi provocati dall’ansia e gli episodi di depressione.

Esistono quattro modi per applicare questo tipo di terapia:

  • Induzione miofasciale: consiste nello stretching e in una lieve pressione mantenuta nel tempo, il cui obiettivo è ristabilire il normale comportamento del tessuto. Si lavorerà sia sulla fascia superficiale che su quella profonda, a seconda della pressione esercitata sulla zona del corpo interessata.
Some figure
  • Rilascio diretto. Questa tecnica consiste nell’applicare pressione e fare movimenti costanti con le nocche o altre parti del corpo su un’area specifica. Verrà utilizzata una buona dose di pressione, concentrata principalmente sulla fascia profonda.
  • Rilascio indiretto. Lo scopo è trattare i tessuti a distanza. Ad esempio, se la restrizione dei movimenti colpisce la spalla o il gomito, il fisioterapista afferrerà il polso del paziente. Quindi posizionerà il braccio nella posizione corretta e chiederà di fare un leggero allungamento, da mantenere per diversi minuti. Ricordate che la fascia è un tessuto continuo. Quindi, questa tecnica è come posizionare bene la tovaglia sul tavolo della sala da pranzo. Se è arricciata su un lato, dobbiamo tirare l’estremità sul lato opposto, il che la allungherà e la farà tornare alla normalità.
  • Terapia attiva. Durante questa modalità, il terapeuta applicherà delle forze al corpo del paziente, ma chiederà a quest’ultimo di cercare di resistere alle forze esercitate. In questo modo, le contrazioni muscolari stesse aiuteranno a reindirizzare il tessuto connettivo che le circonda.

In tutti i casi, queste tecniche sono indolori, delicate e non invasive. Tuttavia, di solito non vengono applicate da sole. La terapia miofasciale potrebbe essere integrata con l’agopuntura, soprattutto se sono stati rilevati dei punti attivi nei muscoli, o con altri tipi di esercizi o stiramenti applicabili in ciascun caso.

Benefici della terapia miofasciale

Quando si lavora su un gran numero di tessuti, la terapia miofasciale verrà applicate in diverse situazioni che potrebbero non sembrare associate fra loro. Pertanto, questa terapia può aiutare a combattere il mal di schiena, il dolore alla spalla, la tendinite, la fascite plantare, la fibromialgia e persino il dolore generalizzato dopo un periodo di alto carico emotivo.

Some figure
In tutti questi casi e in molti altri, è possibile che il terapista includa nelle sue sedute delle tecniche di terapia miofasciale, poiché la fascia è spesso soggetta a lesioni.

Come abbiamo detto all’inizio, l’obiettivo è ridurre il dolore e ritrovare la normale mobilità. Se il terapeuta dichiara che la fascia può essere coinvolta, non ci vorranno che poche sedute per assistere ad un miglioramento evidente.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Ana Isabel U., Alicia H. Liberación miofascial aplicada en un paciente adulto con daño cerebral. Biociencias. Número 6 (2008).
  • Iván R. Efectividad de la terapia de liberación miofascial en el tratamiento de la cervicalgia mecánica en el ámbito laboral. Tesis doctoral, Universidad de A Coruña (2011).
  • Manuel R. Tratamiento del síndrome cervical con terapias miofasciales. Tesis doctoral, Universidad de Cádiz (2017).

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.