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Vantaggi del bendaggio neuromuscolare

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Il bendaggio neuromuscolare viene utilizzato per trattare varie patologie e sintomi, ma è davvero efficace? Scopriamo di più in questo articolo.
Vantaggi del bendaggio neuromuscolare
Ultimo aggiornamento: 19 dicembre, 2020

Sicuramente avrete visto molti atleti, e persino persone intorno a voi, con delle strisce colorate sul corpo. Queste strisce sono un bendaggio neuromuscolare, una tecnica che ha guadagnato popolarità negli ultimi decenni. Volete sapere in cosa consiste? Ve lo diciamo in questo articolo.

Oggi questa benda viene applicata in molti casi e, a dire il vero, talvolta se ne fa un uso esagerato. Tanto che spesso ci sono situazioni in cui il bendaggio neuromuscolare non fornisce benefici al paziente. Vediamo di cosa si tratta e quando va applicato.

Bendaggio neuromuscolare: di cosa si tratta?

Il bendaggio neuromuscolare, noto anche come come kinesiotaping o taping neuromuscolare, dal suo nome in inglese, è un sistema che si basa sull’applicazione di fasce elastiche sulla pelle del paziente.

Se la benda rimane in posizione decomprime l’area danneggiata e stimola la circolazione, tra gli altri benefici. Tutto è dovuto alla forza che esercita la benda, che distende la pelle in modo delicato ma costante. Esistono infatti diversi tipi di bende – da cui le diverse colorazioni – che hanno una forza di trazione maggiore o minore a seconda della lesione da curare.

Nonostante sia stata inventata negli anni ’70, gli articoli scientifici che ne supportano l’uso e ne dimostrano i benefici sono molto pochi. Esistono infatti diversi studi che ne negano l’utilità, ma ce ne sono anche altri che la supportano.

La mancanza di studi in proposito non dimostra che non sia utile, ma applicare un bendaggio neuromuscolare su una specifica zona del corpo e per una certa patologia non sempre è di grande beneficio.

Potrebbe darsi anche che l’applicazione della benda in modo diverso abbia un altro effetto o che ci siano altri benefici che non sono oggetto di studio. Vediamo cosa sappiamo al riguardo.

Il fisioterapista applica il bendaggio delle gambe al paziente.
A cosa serve il bendaggio neuromuscolare?

Un’area in cui il bendaggio neuromuscolare si è dimostrato efficace è il miglioramento della propriocezione del paziente. In altre parole, aiuta la persona che la indossa a conoscere meglio in che posizione si trova l’articolazione e ad adattarsi ai cambiamenti.

Diciamo che avere la benda sulla caviglia ci rende più consapevoli di quella parte del corpo. Se c’è qualche variazione, la benda tirerà di più e sarà un promemoria a muoversi con maggiore cautela.

Per quanto riguarda il dolore, alcuni studi parlano bene del bendaggio neuromuscolare a breve termine. Affermano che questo tipo di bendaggio aiuti a controllare il dolore nelle patologie muscolari fino a 24 ore dopo la sua applicazione.

La sua applicazione si è dimostrata utile anche nei pazienti con dolore cronico ai tessuti molli. Pertanto, la benda rimuove anche una certa tensione dal tessuto interessato, permettendogli così di guarire.

Al contrario, non ci sono prove sul suo utilizzo per aumentare la forza esercitata dai muscoli. Gli studi al riguardo sono, nella migliore delle ipotesi, contraddittori. In altre parole, la sua utilità non è stata confermata o negata, poiché ci sono casi in cui si rivela utile e altri in cui non lo è. Pertanto, è chiaro che potrebbero esserci altri fattori che ne influenzano l’efficacia e che il bendaggio non è in grado di migliorare.

Anche per quanto riguarda la capacità di resistenza dei muscoli gli effetti sono limitati. In una ricerca recente, si è visto che migliora, ma potrebbe trattarsi di un errore di misurazione.

I diversi metodi di applicazione del bendaggio neuromuscolare

Il bendaggio neuromuscolare si regola in base ai diversi tipi di tensione e le diverse modalità di applicazione, per cui è difficile studiare tutte le variabili. Vale a dire che gli studi, per loro natura, devono limitarsi all’analisi di una certa tecnica su una specifica area del corpo; non sono in grado di coprire una vasta gamma di possibilità perché altrimenti entrerebbero in gioco troppe variabili.

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Pertanto, molte ricerche finiscono per ammettere che sono necessari ulteriori studi, sia per confermare che per sconsigliare l’uso del bendaggio neuromuscolare.

Serve a qualcosa o no?

Diciamo che è utile in determinati casi. In linea di principio, non ci sono prove che ne consiglino l’uso per i soggetti sani. Cioè, il bendaggio neuromuscolare non aiuterà le persone che non hanno problemi a esercitare più forza.

Tuttavia, sarà utile per le persone che subiscono spesso infortuni, perché le aiuterà a migliorare la propriocezione. Pertanto, sarebbe interessante approfondire questo tipo di applicazione.

D’altra parte, è consigliato per le persone che soffrono già di una patologia. In questi casi, può aiutare a ridurre il dolore e a migliorare le prestazioni, sia per quanto riguarda i muscoli che i tessuti molli.

Insomma, il bendaggio neuromuscolare è una tecnica complementare, che insieme al resto del trattamento contribuirà a migliorare i risultati.


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