Uno strappo alla regola pregiudica la dieta?

Nonostante circolino teorie - molte, a dire il vero - , sarebbe bene non basare una dieta su leggende metropolitane o mantra tramandati da non si sa bene chi. Il risultato sarà quello di patire la fame, innestare cattive abitudini alimentari e riportarvi al peso di partenza, ma con gli interessi.
Uno strappo alla regola pregiudica la dieta?

Ultimo aggiornamento: 20 settembre, 2018

Quello dello strappo alla regola è uno dei concetti più difficili da sradicare nei proclami degli sciamani dispensatori di diete miracolose. Abbiamo assunto questo concetto come veritiero al punto tale da formulare dal nulla spiegazioni in merito.

In soldoni, un giorno la settimana tutto è permesso; la ricompensa a tutte le vostre sofferenze è lì, dietro l’angolo. Le vostre preghiere sono state ascoltate e vi siete guadagnati “un giorno”, un giorno: libero, senza regole, senza nessuna restrizione e durante il quale potrete strafogarvi. Ma, sappiate che non esiste strappo alla regola peggiore di questo.

Le regole dello strappo alla regola

lo strappo alla regola è un'illusione insidiosa.

Ed ecco come funziona: iniziate una dieta super-ipocalorica, una di quelle in cui vi sentirete perennemente in lotta con il vostro subconscio; una di quelle in cui vi è permesso assaggiare una foglia di lattuga scondita e poche altre cose così. Ma, poco male! Perché tutti questi sacrifici verranno ricompensati con “l’eccezione”.

Un giorno la settimana, (di solito il fine settimana – così che possiate dedicarvici anima e corpo) potrete cadere negli eccessi ingurgitando quel che volete e quanto ne volete. Se vi chiedete come possa essere possibile, pensate solo che il resto della settimana avete praticamente osservato il digiuno!

Un po’ come dire a se stessi che “non tutti i mali vengono per nuocere”. Ossia: durante la settimana mangiate pochissimo e per un giorno soltanto avete il permesso di strafare. Giusto per togliervi qualche sfizio.

La premessa che poggia su una falsa ipotesi

Le argomentazioni sulle quali poggiano queste teorie sono davvero interessanti perché usano sì dati della realtà, ma li utilizzano a proprio uso e consumo. Uno dei baluardi a difesa dello strappo alla regola è che, quando si è a dieta, il corpo tende ad adattarsi.

L’organismo sente di ricevere meno cibo rispetto a quella che per lui era la norma e va in una situazione di stress. La perdita di peso è dovuta alla mancanza di reazione da parte del corpo nei confronti della nuova situazione, ma arriva un momento in cui dice basta e si adatta al nuovo regime percependolo come normale.

Per questo motivo le diete ipocaloriche, da sole, arrivano ad una fase di stallo. Ed è qui che sopraggiunge la disperazione e la perdita di motivazione; ci si arrende e si sventola bandiera bianca. Più o meno, quello è il momento in cui si vorrebbe legittimare il concetto di strappo alla regola. Ossia, se si mantiene il corpo in stato d’allerta, questo non avrà il tempo per considerare come normale il regime dietetico.

Che gli Hunger Games abbiano inizio!

Si può sempre fare uno strappo alla regola, basta che non diventi la prassi.

Se pensate di vincere la battaglia con il sovrappeso e l’obesità a colpi di strappi alle regole, lasciate perdere. Essere sani e in forma e sentirsi a proprio agio non è un risultato che si ottiene facendo penitenza per sei giorni e dandosi alla pazza gioia durante il settimo – per tre o sei mesi. Dopo la dittatura arriva di solito l’anarchia.

Non otterrete nulla nel perdere 10 chili in 4 mesi alternando qualche capriccio ad un regime da fame se poi ne riprenderete 15. Siamo talmente abituati alla scienza che ci viene in soccorso che cammineremmo sui carboni ardenti pur di ottenere un corpo da copertina. Magari bastasse solo schioccare le dita!

E lo sport?

Se ci si riempie la bocca con frasi tipo “lo sport è dedizione, costanza, passione e solamente in questo modo si possono ottenere risultati”, come si può pensare che con qualche strappo alla regola si ottengano quegli stessi risultati? La nostra salute dipende  da un’armonia costante tra l’attività fisica e un’alimentazione adeguata.

Sebbene sembri una sciocchezza, la chiave di tutto sta in un’educazione alimentare che renda consapevoli sulla necessità di mangiare sano. Senza eccezioni né scadenze, ma con dedizione, costanza e passione.

Con ciò non vogliamo dire che dovrete passare dalle elucubrazioni di uno sciamano al fondamentalismo di un talebano dell’alimentazione. Bisogna imparare a nutrirsi in maniera salutare ogni giorno della settimana e bisogna imparare che si può mangiare con gusto anche con cibi sani.

Ovviamente, se un giorno vi trovate davanti ad una porzione di calamari o una torta al cioccolato, non correte a casa a flagellarvi.  Il capriccio di una giornata non  significa barare. Barare, infatti, vuol dire trasformare quello strappo in un abitudine e non riconoscerla come tale, pensando esclusivamente ai momenti passati a patire la fame.

Anche se qualcuno ce la mette tutta per farvelo credere, alimentarsi in maniera salutare non vuol dire non mangiare abbastanza.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Lancho, M. C. P. (2007). Alimentación y Educación Nutricional en la Adolescencia. Trastornos de la conducta alimentaria6, 600–634. https://dialnet.unirioja.es/servlet/articulo?codigo=2480142
  • López Gómez, J. J. (2019). Evaluación del efecto de una dieta hipocalórica modificada en pacientes obesos con artropatía crónica sobre el peso: factores de riesgo cardiovascular y marcadores de remodelado óseo. Universidad de Valladolid.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.